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INTERVISTE

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2010 18:54
02/05/2008 16:31
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Emh, continuo a chiedermi se questa discussione la legga effettivamente qualcuno, ma vabbè... [SM=g1352387]


Comunque, per chi si fosse perso l'intervista di Licia sul Repubblica del 26 Aprile (interessantissima! [SM=g27811] [SM=g27832]), è stata pubblicata da Lipperatura, e potete leggerla qui:

Lipperatura - intervista Troisi


con tanto di introduzione iniziale [SM=g27811]


Ad ogni modo, vi copio l'intervista anche qui sotto:


Quando si parla di fantasy è obbligatorio citare Tolkien, ma le sue storie evocano più un cartone o una schermata di videogioco…
Sì, non ne faccio un mistero. Per me più di tutti ha contato Berserk del giapponese Miura, un eroe di tradizione nordica che in battaglia è dominato dalla follia. Ne possiedo l´intera collezione

Com´è accaduto che da un´astrofisica sia nata un´autrice di fantasy?
Sono due carriere parallele: di giorno studio le stelle e di sera scrivo le mie avventure. È vero che la scienza è il regno della razionalità e il fantasy celebra l´irrazionale, ma la scoperta delle leggi fisiche richiede sempre intuizione e creatività. Così come la scrittura ha bisogno di un´impalcatura razionale. La differenza sostanziale forse sta in altro

In che cosa?
Lo scrittore di fantasy è un imbroglione, prende in giro il lettore. Ti avvince, inventa mondi lontani e paralleli, scenari apocalittici sideralmente distanti dal quotidiano, ma in fondo parla di te, dei tuoi problemi. E anche di se stesso

Diceva Kafka che la realtà non può essere guardata in faccia, ha bisogno d´un velo che la copra. Quel velo dunque è il fantastico?
Bisogna andare in fondo alla realtà, magari stravolgerla, per capire meglio alcuni aspetti. Il fantasy è in sostanza un inganno: racconta un mondo parallelo al nostro, ma i protagonisti esprimono desideri, bisogni, ansie che ci appartengono

È questo che lo fa amare dagli adolescenti, piccoli e grandi?
Credo che sia un genere archetipico, nel senso che restituisce sentimenti elementari, però trasposti in una cornice fantastica. Quando scrivo le mie storie, cerco di travasarvi il mio vissuto, l´inquietudine dell´adolescenza. È questo l´elemento in cui i lettori più si riconoscono. I personaggi faticano sempre a trovare la propria strada, così come succede nella vita reale

In fondo è un genere consolatorio. Se il fantastico introduce inquietanti crepe nel reale, il fantasy finisce per essere fuga e riparo da un quotidiano minacciato da mille paure. Anche in questa nuova serie di La Ragazza Drago alla fine trionfa il Bene.
Ma l´equilibrio al quale approdano i miei personaggi è sempre instabile. Sofia, la protagonista, vince l´insicurezza mettendo in gioco i propri poteri speciali, ma la scoperta di questo talento magico le infonde una sorta di malinconia. La solitudine di coloro i quali si sentono diversi

La solitudine dei numeri primi, per citare il recente romanzo di Paolo Giordano. È una coincidenza che entrambi, lei e Giordano, siate fisici e romanzieri?
Quel libro è davvero bello. Tutti siamo stati numeri primi nella vita: è una cifra caratteristica dell´adolescenza, prima o poi lì si ritorna. Giordano ha la mia età e anche lui fa il fisico, studia le cause prime della realtà. Ci accomuna l´investigazione sui meccanismi dell´universo, ma temo che le affinità finiscano qui

Lei si sente un po´ Sofia, diversa e solitaria?
Sì, a lungo mi sono sentita come lei. In lei ho raccontato la mia paura di volare, che è poi paura di vivere. L´ho superata di recente, ma è come se ancora facessi i conti con un costante senso d´incapacità o di inadeguatezza. Ero così all´università, un po´ lo sono tuttora: tendo a considerarmi peggio di come sono

Non sarà un vezzo?
No, è una necessità e alla fine diventa una forza

Anche i suoi personaggi al principio sono perdenti: Sofia un´orfanella abbandonata, Mattia un ragazzino pingue e goffo. Poi però...
È la rivincita degli ultimi, se vogliamo chiamarla così. Da ragazza fondai con un paio di amiche la “compagnia degli sfigati”. Ero considerata secchiona e un po´ bruttina e ne soffrivo parecchio

Ora è scrittrice di successo. Una fiaba la sua stessa vita?
Vivo con molto distacco tutto questo. Ora è così, domani potrebbe non esserlo. Mi chiedo cosa piaccia delle mie storie e - al di là dell´identificazione - credo che il fantasy finisca per funzionare come antidoto a una realtà spesso meschina e priva d´una dimensione epica. Forse i ragazzi hanno bisogno di valori e ideali assoluti, il fantasy glieli propone

La sua Ragazza Drago ha molti elementi in comune con la saga della Rowling: i bambini eletti, l´infanzia difficile dei protagonisti, il collegio, il maligno incarnato in Nidhoggr che è l´equivalente di Voldemort…
Sì, ho letto Harry Potter e come tanti ne sono rimasta sedotta. Quanto alle affinità, in realtà sono ingredienti comuni a tanta parte della letteratura per ragazzi

Le sue eroine sono spesso femmine, in un genere prettamente maschile.
Mi viene più naturale dar voce alle ragazze. Poi non ne potevo più di eroi villosi sul genere Conan il Barbaro, le fanciulline avvinghiate all´irsuto polpaccio dell´eroe

Qual era il suo libro preferito, da bambina?
Piccole donne, ma non mi sono mai arresa al matrimonio tra Jo e il professor Bhaer. Speravo si sposasse con Laurie



sabato 26 aprile 2008






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